martedì 23 agosto 2011

Cesare Battisti si sente brasiliano: l’Italia guarda alla finestra


Dopo la provocazione dell’ex leader dei Proletari armati per il comunismo, Cesare Battisti (in foto), che qualche settimana addietro annunciò di non volere lasciare il Brasile per le belle ragazze, oggi arriva un’altra “pubblica offesa” del terrorista che dice di “sentirsi un cittadino brasiliano”.

Un terrorista che si gode sulle spiagge brasiliane la libertà di poter esprimere opinioni e provocare l’Italia e i parenti delle vittime che egli stesso ha ucciso in nome del comunismo.
Un pensiero che fa rabbrividire un qualsiasi paese democratico. Già forse quasi tutti, perché sentire sproloquiare un terrorista già condannato in contumacia dai tribunali italiani all’ergastolo non è certo motivo di vanto per il nostro Paese che da anni ne chiede, con la giusta autorità (?), l’estradizione per assicurare giustizia. Una giustizia che forse non ci sarà mai.
Ed allora ecco il pensatore-filosofo-scrittore, ma che noi preferiamo ricordarlo come terrorista, Battista affermare: “Mi sento quasi brasiliano.  Ho un nuovo documento, sono quasi brasiliano, manca poco - ha detto Battisti - Questo primo passo è per me molto importante. Ora posso circolare per le strade con il documento, senza il quale prima non esistevo. È una sensazione strana”.
Poi in una intervista all’emittente televisiva brasiliana “Globo” dice: “Non conosco e non ho mai avuto rapporti con Lula o con ministri brasiliani. Lula era un presidente della Repubblica, non credo abbia preso una decisione come quella che mi ha riguardato (la decisione sulla sua estradizione in Italia ndr) per amicizia”.
Intanto mentre in Italia apparentemente si dorme, è addirittura un deputato brasiliano a chiedere, attraverso la presentazione di un progetto di legge, l’estradizione di Battisti nonostante ha già ottenuto l’asilo politico.
Il progetto di legge che è oggi all’esame delle commissioni esteri, difesa e costituzione e giustizia, è del deputato del partito di governo Pmdb, di Bahia, Arthur Oliveira Maia.
Questa volta sembra che gli italiani tifino per il Brasile.

Francescochristian Schembri

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