domenica 21 agosto 2011

Manovra: Berlusconi detta il programma

Anche se il premier Silvio Berlusconi aveva pensato di varare una manovra tutt’altro che “dolorosa”, quella che la prossima settimana verrà affrontata in Parlamento sarà anche il banco di prova per la maggioranza.

Molti, non solo dall’opposizione, contestano alcune misure che sono state tutte portate sul tavolo del Presidente del Consiglio che valuterà la possibilità di modificare alcuni punti che non lo convincevano e che, con qualche dubbio, aveva accettato sotto l'urgenza di dare una risposta immediata ai mercati e alla Bce.


Nonostante le polemiche, Silvio Berlusconi comunque sottolinea che la manovra varata lo scorso 13 agosto si è resa necessaria per salvare il Paese: “Abbiamo varato – afferma il premier – una manovra di tale portata in 4 giorni. Era la condizione indispensabile perché la Banca centrale europea scendesse in campo a difenderci sui mercati. Noi abbiamo fatto il nostro dovere e la Bce è intervenuta ed ha bloccato la speculazione sul nostro Paese. Un risultato importante”.
Ora comunque ribadisce la volontà in Parlamento di volere aprire una diversa fase a partire dalle pensioni di anzianità per poi passare al cosiddetto “contributo di solidarietà”.


Proprio su quest’ultimi punti i “frondisti” del Pdl chiedono di intervenire, nonostante le ostilità della Lega Nord.
Al momento comunque sembra che la linea politica di Silvio Berlusconi punti ad un provvedimento pensionistico che porti la quota a 100, ovvero alla somma dell’età pensionabile più gli anni di contributi), in modo tale da eliminare il ritiro anticipato dal lavoro.


Sto ragionando con Bossi su questo punto”, evidenzia Presidente del Consiglio che aggiunge come il ministro leghista Roberto Maroni sembra essere disponibile su questa linea.
Sul contributo di solidarietà, il premier poi punta a misure alternative che potrebbero addirittura eliminare la tassa per i redditi superiori a 90 mila euro, in quanto dai grafici si evidenzia come il “contributo” peserà davvero solo per i contribuenti che dichiarano almeno 200 mila euro (circa 84 mila italiani).


È un punto che va lasciato al Parlamento – aggiunge comunque il premier -. Certo avremo la resistenza di quelle parti sociali che volevano che anche i ricchi piangessero un po'...”.


Sembra invece più percorribile la strada che porta all’aumento di un punto percentuale dell’Iva che trova d’accordo le forze sociali e gran parte dei parlamentari.


Infine, sulla riduzione del numero dei parlamentari poi il Cavaliere ammette: “È la mia idea da sempre. Per me la Camera deve avere 300 deputati e il Senato 150 eletti”.


Francescochristian Schembri

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